"TANDEM VENIT AMOR"

di Gaetano M. Bonifati - 1998 (critico d'arte)

Mauro Martoriati, in queste sue opere esposte "Al Selvaggio", rivela un'attenta cura strutturale e tecnica ed una ricerca espressiva approfondita nel monocromo. Per risolvere questa ricerca, che può sembrare riduttiva nel modello, l'artista ha maturato, a partire da originari del segno, come sintesi stilizzazione del reale, del gesto, una prassi rituale che fonda in un tutt'uno l'oggetto reale e la sua realtà pensata nella sua rappresentazione estetica. Non ci sono scenari, in questi quadri, ma solo giochi di linee semplici, di base, terribilmente complesse, che il pittore articola, con estrema abilità, in un insieme d'interrelazioni tra forme e segno e segno e non colore, in un intreccio estetico che va a definire il tema della sua attuale ricerca, per ridefinire una filosofia della vita come evento universale e terreno. "Tandem venit amor" per il poeta latino: finalmente è arrivato l'amore immortale per il "poeta" Martoriati. Amore che arriva e amore che resta. Celarsi ed apparire. Tutto viene abilmente nascosto e rivelato, confuso e manifestato sul palcoscenico della tela per svolgere un confronto fra segno e dialettica che genera un linguaggio artistico maturo, profondo ed indagato.

Un'arte intrisa di alito, di ineluttabilità del divenire, una potenza evocativa dell'immagine che si completa,non a caso, con la magnifica intuizione della sigla in smalto rosso: "MART".