Cariatidi 2007 (da LAGONE del 2 giugno 2007)

di Chiara De Biagi  

Un’ode alla donna e alla femminilità. Solo così si può definire l’ultima fatica  di Mauro Martoriati.Ammesso che si possa dare una definizione a lavori di tale lavori.“CARIATIDI 2007” è la serie che è stata esposta dal 19 al 31 maggio alla galleria Artbox di Bracciano e che, dopo un anno dedicato alla ricerca e alla creazione di forme geometriche originali, sfociata  nella serie “Wood and White” , sembra segnare un ritorno allo stile figurativo. O forse, più che di ritorno, si dovrebbe parlare di rinascita, perché qui tutto inizia  e tutto finisce con la donna.La pittura di Martoriati è creazione,innovazione, e stavolta ha dato vita ad una serie di capolavori su tela che poco hanno a che fare col pennello; i colori sono colati sul fondo nero, senza un accenno di disegno base; una sorta di magia, durante la quale il Maestro non dipinge , ma crea, versando i colori sulle tele poggiate a terra, finche la visione onirica dell’essere  femminile non prende vita in uno straordinario e sensuale soggetto.E’ questo artista in continua ricerca, in continua evoluzione, in continuo divenire; la trasformazione e il cambiamento appaiono in modo quasi prepotente dalle sue opere. E, nel suo eterno mutare, l’arte di Martoriati trova a volte perfino il coraggio di tornare indietro, per combattere i fantasmi del passato e riprendersi opere già vissute, quasi strappandole alle braccia del tempo, per dar loro nuova vita, reinterpretandole con la coscienza artistica del presente.Questo è il caso delle moderne Cariatidi, figlie,nipoti ,eredi delle prime, prodotte dal Maestro nel 2002. Ciò che accomuna le una alle altre, oltre al soggetto femminile, è sicuramente l’uso del rosso, non a caso, colore della passione e della seduzione femminile che, dopo il 2002 era stato pressoché abbandonato, per riaffacciarsi quasi timidamente nella serie “Made in Italy” (2007).Per il resto, le grosse  pennellate di rosso, di bianco e di blu, hanno ceduto il passo a colate di viola, lillà, verde e giallo ,tra le quali spicca con forza il filo conduttore che unisce il passato al presente, il rosso fuoco, con tutta la sua carica deduttiva. Allo stesso modo, la donna-Dea del 2002, con le sue pose classiche ispirate all’arte ellenica, ha lasciato il posto ad una donna-Vera, una donna-Diva, quella che incontriamo quotidianamente per strada, persa nei suoi pensieri; quella che sorseggia una bibita con la cannuccia, seduta al tavolo di un bar; o quella che ammicca sui cartelloni pubblicitari e, con la sua bellezza e le sue  pose sensuali, fa di sé un’icona di femminilità.E’ un inno alla donna dei nostri tempi, ritratta in tutte le sue sfaccettature, come se si trattasse di immagini rubate alla vita di tutti i giorni: un fermo immagine in cui sembra quasi prendere vita. E’ una donna sicura di se, emancipata, cosciente delle proprie capacità deduttive e che non teme di svelare la propria sensualità, che emerge con forza da ogni tela. La sensualità di una sguardo vago, di un viso rivolto verso l’alto,  a dare l’idea di un’illusoria innocenza; la sensualità di una spalla di alabastro, lasciata scoperta da una mano maliziosa, che fa scivolare via la spallina di un abito rosso.Questa è la donna di Martoriati, la sua Cariatide, creata nel suo stile inconfondibile , sempre diverso, complesso, affascinante e incredibilmente unico.